La storia di Roca Vecchia,
un racconto che attraversa le diverse origini e culture di questo luogo
Le vicende storiche di questa località marina, situata tra San Foca e Torre dell'Orso, sono tuttora avvolte dal mistero. Roca Vecchia è un parco archeologico a cielo aperto in grado di raccontare molto delle sue vicende e della storia dell'intero Salento.
Il primo assediamento scoperto, consistente in possenti mura di fortificazione, risale all'età del Bronzo Medio, intorno al XV sec. a.C. Sulle. mura sono state rinvenute tracce di un incendio, probabilmente dovuto ad un assedio subito dalla città. Ricostruite nell'XI sec a.C. vengono in seguito date nuovamente alle fiamme.
Il sito risulta frequentato per tutta l'età del Ferro mentre è con la presenza dei Messapi, a partire dal IV sec. a.C., che si registra una attività maggiore: fra gli anni '30 e '50 sono state ritrovate una cinta muraria, monumenti funerari e numerose tombe. Il sito viene abbandonato per diventare, nell'Alto Medioevo, dimora dei monaci basiliani che scavano grotte e rifugi nel tenero calcare del litorale salentino.
L'ordine basiliano si è sviluppato nelle zone del Mediterraneo orientale, per poi approdare nelle zone del Mediterraneo orientale, per poi approdare in Salento a seguito della persecuzone da parte del re bizantino Leone III Isurico che, attraverso un editto emanato nel 730, ordinò la distruzione delle immagini sacre.
Per sfuggire alla persecuzione i monaci vivevano in grotte scavate nella roccia friabile lungo la costa e nell'entroterra. In questi luoghi, detti laure, continuarono a praticare il loro culto.
I Messapi intorno al IX sec. a.C. giunsero, sulle coste dell'attuale Salento, erano dotati di una forte struttura sociale che inglobò le popolazioni che abitavano questa terra di confine, avviando da subito una riorganizzazione delle attività e del territorio. Abili allevatori di cavalli introdussero forma stanziali di pastorizia e la coltivazione della vite e dell'ulivo.
Nel 266 a.C., anche a causa dei continui assidi con Taranto, i Messapi furono conquistati e sottomessi al potere romano. Giungono a noi un sistema di scrittura non ancora decifrato, la ricca produzione di ceramica in cui spicca la famosa trozzella (una piccola anfora con doppio manico). Nei primi anni del XIV secolo Gualtieri di Brienne, Conte di Lecce, duca d'Atene e signore di Firenze, ricostruisce la città di Roca rendendola un sito fortificato. Lo sbarco dei Turchi sulle coste salentine nel 1480 costituisce l'ennesima aggressione alla cittadella: la popolazione fugge nuovamente abbandonando il paese.
La Porta Monumentale in particolar modo stupisce per le sue dimensioni. Lungo il percorso si trova uno spazio di culto per rituali e sacrifici animali, risalente al età del Bronzo. Sul promontorio è possibile visitare i resti della cittadella medievale con i resti delle mura di cinta e di alcune abitazioni.
Utilizzata come base dalle armate di Alfonso D'Aragona per la liberazione di Otranto nel 1481, diviene, negli anni successivi, un covo di pirati. Per questo motivo nel 1544 Ferrante Loffredo, governatore della provincia di Terra d'Otranto, la fa radere al suolo; i pochi abitanti si spostano verso l'entroterra e fondano l'abitato di Roca Nuova.
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